Il calendario romano fu revisionato diverse volte fra la fondazione di Roma e la caduta dell'Impero Romano d'Occidente. In origine, istituito da Romolo fondatore di Roma nel 753 a.C., era un calendario lunare diviso in dieci mesi. I mesi erano di 29,5 giorni, durava 304 giorni e c'erano circa 61 giorni di inverno che non venivano assegnati ad alcun mese, in poche parole, dopo dicembre, si smetteva di contare i giorni per riprendere nuovamente il conteggio al marzo successivo. I primi mesi prendevano il nome dalle principali divinità: Marte, Afrodite, Maia e Giunone, gli altri mesi avevano il nome che ricordava la loro posizione nel calendario. Numa Pompilio, modificò il calendario nel 713 a.C., aggiungendo i mesi di gennaio e febbraio ai dieci già esistenti. Quindi aggiunse 51 giorni ai 304 del calendario di Romolo, togliendo però un giorno da ciascuno dei sei mesi che ne avevano 30. A partire dal 46 a.C. entrò in vigore il Calendario giuliano ideato da Sosigene che, seppur in un ciclo di soli 4 anni, aveva la stessa precisione del calendario di Numa: 365 giorni e 1/4.
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