Lo scienziato italiano Marco Ajello ha
partecipato ad un esperimento che ha avuto l’obiettivo di determinare tutta la
luce nell’universo creata dai corpi celesti dal Big Bang fino ad oggi. Sono
stati considerati i dati registrati da Fermi Gamm-ray Space Telescope della Nasa, che potrebbero aiutare a
comprendere meglio l’origine di stelle e pianeti. Con questo, gli astronomi
hanno cercato di rispondere ad alcune domande, tra cui l’osservazione fatta da
Keplero nel diciassettesimo secolo e in seguito considerata da Olbers: entrambi
si domandavano perché il cielo notturno fosse buio, nonostante la quantità di
corpi celesti che emettevano luce. Avevano anche stabilito che l’universo non
potesse mutare e che fosse lo stesso da un tempo infinito, ma a queste teorie è
stata immediatamente data una risposta e sono state entrambe smentite. Soltanto
il paradosso di Olbers era rimasto nel dubbio. Gli astrofisici spiegano che
sarebbe stato troppo difficile misurare la luce in maniera diretta, perciò i
fotoni emessi dai buchi neri sono stati di fondamentale importanza. Queste
particelle si spostano nello spazio e acquisiscono la luce prodotta da stelle,
di conseguenza i fotoni diventano luminosi e possono essere utilizzati per
calcolare la quantità di luce nello spazio. Il risultato è un 4 seguito da più
di 50 zero, ma l’universo resterà in ogni caso buio.
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