IL Kraken, di Gabriele Zugni

Il Kraken è un mitologico mostro marino di dimensioni colossali. È rappresentatocome un calamaro o come un polpo gigante che affonda le navi con i suoi lunghi ed immensi tentacoli.
Il mito è nato tra il Seicento e l’Ottocento a causa di una serie di avvistamenti di mostri marini: una parte potrebbero essere stati veri calamari giganti, ma furono probabilmente fenomeni ottici della luce, eruzioni sottomarine o gruppi di meduse.
Il nome potrebbe derivare dalla parola “krake”, la cui origine è sconosciuta, o da un termine che descrive un albero sradicato. Un'altra ipotesi è che il suo nome derivi da “crab”, che in inglese vuol dire granchio oppure mostro marino.
Questo mostro non è parte della mitologia norrena, cioè scandinava, anche se di mostri al suo interno non ne mancano, ma probabilmente la leggenda è nata alla fine dell’epoca medievale, diffondendosi tra i pescatori norvegesi.
La prima descrizione della creatura viene attribuita a Olao Magno e a Conrad Gressned, anche se aveva un nome diverso. Alcune fonti dicono che Plinio il Vecchio descrisse un albero che cresce sott’acqua oppure una gigantesca medusa. Altre descrizioni si trovano nelle opere “Viaggio settentrionale” e “Storia naturale della Norvegia”, in cui viene descritto come il più grande e impressionante mostro del creato, tale da poter essere scambiato per un’isola.
Si diceva che i banchi di pesci si rifugiassero vicino alla creatura e che i pescatori avrebbero potuto sfruttarlo per riempire le reti; l’unico problema sarebbero state le onde prodotte dalla creatura.
Un prete riferì che nel 1680 un giovane Kraken rimase intrappolato tra le rocce del fiordo di Ulvangen.

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