“Un carro non può andare sempre in salita” è uno spettacolo teatrale scritto da Giuseppe Terranova, tratto dal libro “il silenzio dei vivi” di Elisa Springer. Questo spettacolo è nato grazie alla collaborazione di: Elisabetta Rivano, Giuseppe Terranova, Jacopo Verderio, Riccarda Bonfanti, Alessandra Bortolotti, Vera Salimbeni, dei docenti dell’indirizzo musicale e degli alunni di sartoria, scenografia e teatro. Venerdì 26 abbiamo assistito a questo articolato spettacolo dedicato alla Shoà; la protagonista ha interpretato Elisa Springer, che ha messo per iscritto una storia realmente accaduta e che il professor Giuseppe Terranova ha reso più “concreta”. Lo spettacolo inizia con l’arrivo di una ragazza semicosciente a casa di sua zia, che chiama immediatamente un medico. Il nome della ragazza è Elise Springer. Inizia allora un lungo flashback, che racconta la storia della ragazza. La protagonista sta pranzando quando arriva un soldato delle SS. che deporta il padre in un campo di concentramento. La madre, scoprendo che il marito è stato deportato, inizia a preoccuparsi per le sorti della figlia e scopre che, se quest’ultima si sposasse con uno straniero, potrebbe lasciare la Russia. Guarda caso, conoscono un brav’uomo disposto a sposare la ragazza. Venuta a Milano, Elisa non conosce bene l’italiano, ma guadagna comunque un posto come traduttrice tedesco-inglese e successivamente va a lavorare in un negozio di moda. Le leggi raziali obbligano la padrona del negozio a licenziare la povera ragazza, ma Elisa ottiene lo stesso la cifra che gli spettava e l’indirizzo di un’amica pronta ad aiutarla. Questa le darà una “nuova identità”. Tutto va bene finché non sarà scoperta da due soldati nazisti, ma sarà lei stessa a rivelare di essere ebrea. Affronterà un lungo viaggio fino ad arrivare ad Aushwitz e, dopo tre mesi, sarà deportata in un altro campo di lavoro. Quindi il flashback termina. Elisa rimane in coma per un mese e al suo risveglio pesa solo 28 chili.
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