Gli attuali motori di ricerca si basano su degli algoritmi per consigliare musica, libri e prodotti in base ai comportamenti avuti in precedenza e basandosi sui gusti dell’utente. Alcuni ricercatori americani hanno studiato come il cervello dei moscerini della frutta, piccoli insetti adatti per riconoscere le sostanze già incontrate, possa essere un passo avanti per la tecnologia. Un ricercatore ha affermato che in natura non è possibile incontrare gli stessi aromi, poiché ci sono sempre fattori esterni che ne modificano una parte. I siti attuali cercano di diminuire i dati associati ad ogni elemento che viene cercato a cui si aggrega un hash, un valore usato per fare sì che due elementi molto simili vengano catalogati nel medesimo modo, per velocizzare le ricerche. I neuroni dei moscerini funzionano al contrario dell’hashing: non riducono la quantità di informazioni ma le moltiplicano, creando una traccia ancora più precisa della nuova combinazione. Solo successivamente la catalogazione viene “filtrata” per ottenere un risultato più specifico e stabile. I ricercatori hanno deciso di mettere in pratica questo meccanismo e i test hanno raggiunto il risultato sperato, dimostrando la precisione di questi moscerini di catalogare le varie informazioni. Gli scienziati ammettono, però, che è ancora troppo presto per questa tecnologia, ma nonostante ciò, i risultati sono stati un successo.
Gli attuali motori di ricerca si basano su degli algoritmi per consigliare musica, libri e prodotti in base ai comportamenti avuti in precedenza e basandosi sui gusti dell’utente. Alcuni ricercatori americani hanno studiato come il cervello dei moscerini della frutta, piccoli insetti adatti per riconoscere le sostanze già incontrate, possa essere un passo avanti per la tecnologia. Un ricercatore ha affermato che in natura non è possibile incontrare gli stessi aromi, poiché ci sono sempre fattori esterni che ne modificano una parte. I siti attuali cercano di diminuire i dati associati ad ogni elemento che viene cercato a cui si aggrega un hash, un valore usato per fare sì che due elementi molto simili vengano catalogati nel medesimo modo, per velocizzare le ricerche. I neuroni dei moscerini funzionano al contrario dell’hashing: non riducono la quantità di informazioni ma le moltiplicano, creando una traccia ancora più precisa della nuova combinazione. Solo successivamente la catalogazione viene “filtrata” per ottenere un risultato più specifico e stabile. I ricercatori hanno deciso di mettere in pratica questo meccanismo e i test hanno raggiunto il risultato sperato, dimostrando la precisione di questi moscerini di catalogare le varie informazioni. Gli scienziati ammettono, però, che è ancora troppo presto per questa tecnologia, ma nonostante ciò, i risultati sono stati un successo.
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