Il treno deragliato, di Kian Corisi e Riccardo Gigliotti

Per la terza volta in ventiquattr’ore, i poliziotti e i magistrati sono tornati sulle rotaie vicino a Pioltello, alle porte di Milano, dove giovedì alle 6. 57 il treno regionale Cremona – Milano di Trenord ha iniziato a sbandare finendo la sua corsa oltre un chilometro dopo contro un palo elettrico. Nell’ impatto sono morte tre persone e quasi cento sono rimaste ferite, alcune in maniera grave. Gli investigatori hanno contollato tutto per trovare conferme alla prima ipotesi che si è subito fatta largo ieri: l’incidente ferroviario è stato provocato dal distacco di 23 centimetri di rotaia sopra un giunto, il punto più “delicato” e “stressato” dal passaggio dei convogli. L’ultima volta il tratto ferroviario era stato controllato lo scorso 11 gennaio dal treno diagnostico Archimede, che secondo Rete Ferroviaria italiana (Rfi) non aveva segnalato alcuna anomalia. Eppure, come conferma la stessa Rfi, accanto al binario dove tutto ha avuto inizio, era già pronta una rotaia nuova. “Sostituzione programmata, dal momento che i giunti si degradano improvvisamente”, dice una fonte di Rete ferroviaria.

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