In questi giorni è stata ritrovata una giara risalente al 6000 a.C. che contiene delle tracce di vino: questo significa che già a quel tempo gli uomini coltivavano le viti. Rinvenuto in Georgia, ha rubato il primato a dei residui di uva fermentata, scoperti in Iraq, risalenti al 5000 a.C. Gli archeologi hanno da sempre raccolto e studiato i frammenti di giare e contenitori con tracce di vino, ma ritengono che quelli appena ritrovati siano la prova più antica delle coltivazioni di viti nell’epoca successiva all’Era Glaciale. Gli scienziati sono riusciti a datarli anche grazie a del polline antico e a raffigurazioni di tralci su cocci di ceramica. In Italia i reperti più antichi sono stati rinvenuti negli scavi del Monte Kronio in Sicilia e di Sant’Ippolito nelle Marche. Per conservare la bevanda, venivano create apposite stoviglie e ceramiche. Gli uomini antichi utilizzavano il vino come medicinale, ma anche come sostanza stupefacente e merce di scambio.
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